sede magistrale

La Chiesa di Sant’Anna

La chiesa fu riedificata dopo il terremoto del 1693; la precedente, attigua alla Porta Decima (inizio di via Naumachia), nel 1650, era stata assegnata ai frati Trinitari, appartenenti ad un ordine religioso (simile a quello dei Mercenari) fondato nel 1198 sotto la protezione della Santissima Trinità da San Giovanni de Matha e San Felice da Valois, allo scopo di riscattare gli schiavi cristiani dalle mani degli infedeli. I frati, vestiti di bianco e con una croce rosso-azzurra sul petto, erano giunti a Catania nel 1580. Dopo che era stata assegnata loro la chiesa di Santa Maria della Concordia fuori le mura (nell’attuale via S. Euplio), e dopo essere passati allo Spirito Santo a Porta Aci e a Santa Maria dei Miracoli in Montevergine, si stabilirono nell’attuale sito, per cui furono chiamati “monaci di S. Anna”. Dopo il terremoto del 1693, il convento dei Trinitari fu distrutto e ricostruito più bello e il culto di S. Anna rifiorì.

Nel Settecento, l’Ordine Trinitario fu vittima della politica giurisdizionalista dei sovrani europei riformatori e della secolarizzazione dei beni ecclesiastici; il convento fu soppresso e la chiesa di S. Anna passò al comune che la vendette alla famiglia Mauro (alla quale apparteneva la madre di Giovanni Verga), che la fece demolire e ricostruire più piccola nell’attuale via S. Anna. Divenne cappellano don Giuseppe Filogamo, poi il fratello don Vincenzo, canonico secondario della cattedrale, e, nel 1818, il loro nipote don Giuseppe Nicotra, alla cui morte la chiesa rimase chiusa.

Dopo alcuni anni un gruppo di fedeli, con a capo il sensale Giuseppe Pompei, ottennero di riaprire la chiesa, cosa che avvenne il 1 gennaio 1866. I Catanesi fecero a gara nell’arredarla: le suore clarisse di Santa Chiara offrirono una tovaglia di tela e dei fiori, i frati minori di S. Francesco donarono due piante, un camice e suppellettili varie. Nel 1899, fu collocata sull’altare maggiore una pala dipinta dal pittore catanese Pasquale Liotta Cristalli, raffigurante S. Anna che istruisce Maria Fanciulla nel peristilio presso un giardino.

S. Anna sorge nella via omonima col prospetto ad ovest, fiancheggiato da ambo i lati da fabbricati. Ha una porta sulle cui imposte son dipinte in bianco due croci. Varcata la soglia, si passa in un vestibolo a foggia di corridoio, sulla cui parete di destra, a pochi passi dalla piletta dell’acqua lustrale, è addossata una tela della scuola messinese, rappresentante S. Anna e la Sacra Famiglia. A sinistra sono posti un concessionario ed un pergamo portatile. Sulla volta del vestibolo stesso è collocato l’organo presso il quale è esposto il ritratto di S. S. Leone XIII.

Gli altari laterali sono due: quello a destra ha un grande dipinto di S. Antonino di Padova e l’altro a manca -privilegiato- che gli sta faccia a faccia è sormontato dal SS. Crocefisso senza simulacri, ma con un piccolo dipinto rappresentante l’Addolorata. Presso tali altari si osservano: a manca una bussola finta dipinta sul muro, ed una reale, molto elegante, con vetri, a dritta. Sul pavimento, e precisamente fra i due altari or ora descritti, veggonsi disegnati una corona, un libro, un rosario, dei fiori ecc.

L’abside, sul cui arco ovale sta scritto: PAVETE AD SANCTUARIUM MEUM (abbiate timore nel mio santuario), va adorna di vari affreschi rappresentante: la Visitazione ed un coro di angioli adoranti l’Agnello divino. Sull’altare maggiore fa bella mostra di se una grande tela dipinta dal catanese Pasquale Liotta Criataldi, rappresentante S. Anna che istruisce la Madonnina nel peristilio presso un giardino. Sotto lo stesso quadro ammirasi un reliquiario il quale contiene in dodici teche le reliquie de’ Santi di tutto l’anno, nonché quella della Santa Croce e la cenere di S. Francesco d’Assisi entro un’ampolla di vetro. Custodisconsi, per esporsi alla venerazione del pubblico nei giorni delle loro feste, tre simulacri rappresentanti M. SS. Della Maternità, S. Anna e S. Luigi Gonzaga. Attorno alle pareti della sacra edicola, illuminata da due grandi finestre semilunari sugli altari laterali, sono addossati i 14 quadretti della Via Crucis, pregevoli oleografie tratte dai dipinti del Morgari.

Il SS. Sacramento per le Quarantore vi si espone dal 25 al 28 febbraro.